Fausto Melotti
Folklore
1977
terracotta dipinta, carta dipinta, tessuto dipinto, ottone, ceramica smaltata
68 x 35 x 8 cm
Studio Arte 53, Rovereto
© Archivio Melotti, Milano


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Museo d’Arte di Lugano

17.03.– 30.06.2013
 

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BIOGRAPHY

SITEMAP

Museo d’Arte
Riva Caccia 5
CH - 6900 Lugano

MASILugano
 

ADHIKARA
CONTEMPORARY ART GALLERY


Klee - Melotti: ragioni di una mostra
Marco Franciolli, Direttore del Museo d’Arte, Lugano                                                                       Die Ausstellung

La città di Lugano, tradizionale crocevia fra Svizzera e Italia e luogo d’incontro ideale fra Paul Klee (1879–1940), uno dei massimi protagonisti della ricerca visiva del ventesimo secolo e Fausto Melotti (1901–1986), figura fondamentale della scena italiana.
La mostra rientra in una linea espositiva volta a porre in dialogo artisti che attraverso un inconfondibile percorso creativo, come in questo caso, hanno inciso significativamente sugli sviluppi della storia dell’arte del XX secolo.
L’esposizione propone un dialogo puntuale tra le opere dei due artisti evidenziando sorprendenti corrispondenze e affinità. La vibrante dimensione poetica che li accomuna viene espressa con grande suggestione, grazie agli accostamenti nelle sale espositive.
Con circa centocinquanta opere provenienti da importanti istituzioni internazionali e prestigiose collezioni private, la mostra mette in relazione oltre settanta opere, fra dipinti, acquerelli e disegni di Klee con ottanta sculture di Melotti. Il percorso si articola in un susseguirsi di ‘capitoli tematici’ che sottolineano i diversi aspetti in cui la relazione prende forma: muovendo dagli anni di formazione, attraverso l’astrazione geometrica, ci si sofferma sul ruolo della musica, quello del segno, lo spazio dell’opera, la dimensione teatrale, il mondo naturale, la dimensione urbana, la parola e infine gli animali. Un ruolo chiave nell’ambito del percorso è rivestito dalla musica, per la quale entrambi gli artisti nutrirono un profondo interesse. Paul Klee oltre che pittore fu violinista; Fausto Melotti, prima di intraprendere gli studi di scultura, conseguì un diploma in pianoforte. Anche quando nelle opere si rintracciano soggetti riconoscibili, come paesaggi o scorci urbani, esse si configurano secondo scansioni e cadenze riconducibili ad armonie musicali. La musica non rappresenta dunque un semplice tema di esercizio pittorico o plastico ma diviene, per Klee e Melotti, forma di pensiero e di percezione della realtà.
La realizzazione di questa mostra si deve alla generosità nell’accordare i prestiti delle opere da parte di diverse istituzioni svizzere e internazionali e di collezionisti privati. In particolare Marta Melotti, figlia dell’artista e direttrice dell’Archivio Fausto Melotti, ha accolto il progetto con entusiasmo e rara disponibilità. A Lei il mio più sincero ringraziamento. Tra le istituzioni, il Zentrum Paul Klee di Berna, nella persona del Dr. Michael Baumgartner, responsabile delle collezioni, ha rappresentato un sostegno fondamentale alla mostra. Un contributo essenziale è venuto anche da Alexander Klee, nipote dell’artista, che ha generosamente messo a disposizione opere della propria collezione. A loro desidero esprimere viva gratitudine. Una menzione merita infine la Fondazione Mazzotta di Milano che ha collaborato con i curatori all’identificazione delle collezioni di Klee in Italia. Sono grato agli autori dei saggi in catalogo che, con i loro testi critici, hanno saputo mettere in luce affinità e differenze tra Klee e Melotti, restituendo la complessità di tale relazione.
Un ringraziamento inoltre a Mariano Boggia per aver, nell’ideazione dell’allestimento, dato prova di grande sensibilità nel conciliare gli spazi del museo alle opere dei due artisti. Ringrazio i curatori dell’esposizione Bettina Della Casa e Guido Comis per il grandissimo impegno e la forte passione con cui hanno affrontato il progetto. Infine ringrazio Maria Pasini per la professionalità con cui ha coordinato gli aspetti organizzativi della mostra, e tutti i collaboratori del Museo che hanno, in modi diversi, partecipato alla realizzazione dell’esposizione.

Il percorso espositivo
Se inizialmente Klee si muove nel solco della tradizione figurativa centroeuropea, con richiami al simbolismo e allo Jugendstil, e Melotti fa proprie le istanze del ritorno all’ordine e suggestioni metafisiche, col progredire degli anni le differenze fra i due si stemperano in virtù di una comune sensibilità. Il percorso espositivo si articola in una successione di capitoli che mettono in luce i diversi temi del dialogo a distanza fra i due artisti: muovendo dagli anni di formazione (Origini ), attraverso l’astrazione geometrica (Astrazioni e geometrie), la mostra si sofferma sul ruolo della musica (Ritmi musicali ), quello del segno (La figura si fa linea), lo spazio dell’opera (Stanze e partiture), la dimensione teatrale (In scena), il mondo naturale (Secondo natura ), la dimensione urbana (Ritmi come paesaggi), la parola (Alfabeti ) e gli animali (Zoologia fantastica).

Musica e parola
Entrambi gli artisti nutrirono per la musica un profondo interesse che trova espressione anche nella loro produzione figurativa. Paul Klee, oltre che pittore, fu infatti violinista; mentre Fausto Melotti conseguì un diploma in pianoforte ancor prima di intraprendere gli studi di scultura. Anche quando le opere dei due artisti presentano soggetti riconoscibili, come paesaggi o scorci urbani, esse sono governate da scansioni e cadenze di origine musicale. La musica non rappresenta dunque
un semplice tema di esercizio pittorico o plastico. I ritmi musicali, le geometrie che governano le composizioni melodiche divengono per Klee e Melotti forme di pensiero e di percezione della realtà. Fra i temi in mostra particolare rilievo assume anche la parola scritta. Lettere e simboli ricorrono infatti nelle opere di Klee e Melotti che furono autori di scritti teorici, aforismi e poesie: entrambi nutrirono una grande passione per questo mezzo espressivo, che accompagna incessantemente la loro ricerca visiva.

Catalogo

La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese edito da Kehrer Verlag (Heidelberg) con immagini a colori di tutte le opere in mostra, e contributi critici dei curatori: Guido Comis e Bettina Della Casa; di storici dell’arte: Lara Conte, Fabrizio D’Amico, Michele Dantini, Kurt Forster, Nina Gülicher, Paolo Repetto; di due artisti contemporanei: Giulio Paolini e Francesco Barocco. Gli apparati scientifici sono a cura di Lara Conte.

La mostra Klee - Melotti prosegue il percorso segnato da importanti momenti espositivi che hanno evidenziato la sinergia fra i due istituti – Museo d’Arte e Museo Cantonale d’Arte di Lugano – e le loro collezioni in vista dell’apertura del LAC, quali Enigma Helvetia, Nippon, Una finestra sul mondo.
Nel 2013 questo percorso continuerà con la mostra:
Miti e misteri. Il simbolismo e gli artisti svizzeri



 


Vom 17. März bis zum 30. Juni 2013 zeigt das Museo d’Arte di Lugano die Ausstellung

Klee - Melotti
einen imaginären Dialog zwischen dem deutschschweizer Maler Paul Klee, einem Protagonisten der Kunst des 20. Jahrhunderts, und dem italienischen Bildhauer Fausto Melotti, einer Schlüsselfigur der italienischen Szene des 20. Jahrhunderts.
Die Ausstellung ist ein weiterer Meilenstein auf dem Weg zum neuen Luganer Kulturzentrum LAC
(Lugano Arte e Cultura). Das Kunstmuseum im LAC, dessen Eröffnung für das Jahr 2014 geplant ist, entsteht aus dem Zusammenschluss des Museo d’Arte di Lugano und des Museo Cantonale d’Arte di Lugano, die schon heute unter einer gemeinsamen Leitung arbeiten.
Mit mehr als siebzig Gemälden, Aquarellen und Zeichnungen von Klee (1879–1940) und achtzig Skulpturen und Zeichnungen von Melotti (1901–1986) ermöglicht die Ausstellung einen spannenden neuen Blick auf beide Künstler. Die Arbeiten sind Leihgaben renommierter internationaler Institutionen und Privatsammlungen. Die zwischen den Werken Klees und Melottis hergestellten Berührungspunkte lassen den Betrachter in einen intensiven imaginären Dialog der beiden Künstler eintauchen. Gerade in Lugano, der kulturellen Schnittstelle zwischen der Schweiz und Italien, zwischen Nord- und Südeuropa, hat dieser Dialog nicht nur eine kunsthistorische, sondern auch eine symbolische Dimension. Er steht für die inhaltliche Programmatik des neuen Kunstmuseums im LAC.
Klees Gemälde sind von Rhythmen und immer wieder wechselnden Geometrien geregelt, zarte und künstlerische Themen, die das komplexe Werden der Natur in Kompositionen scheinbarer Unmittelbarkeit darstellen. Analog dazu verflechtet Melotti Metalldrähte zu luftigen Strukturen, die musikalischen Kadenzen gehorchen, mathematischen Proportionen ent- und gleichzeitig widersprechen, er zeichnet elementare Figuren von Menschen und Tieren und evoziert eine mythische Dimension.

Die Ausstellung

Wenn Klee sich zunächst innerhalb der gegenständlichen Tradition Mitteleuropas mit Verweisen auf Symbolismus und Jugendstil bewegt, und sich Melotti die Ausdrucksformen einer Rückkehr zu metaphysischer Ordnung und ihren Ideen zu eigen macht, wandeln sich mit den Jahren die Unterschiede zu einer gemeinsamen Sensibilität. Die Ausstellung zeigt in einer Abfolge von Kapiteln die unterschiedlichen Themen dieses imaginären Dialogs zwischen den beiden Künstlern: Sie bewegt sich von den Jahren der Ausbildung (Ursprünge) und der geometrischen Abstraktion (Abstraktionen und Geometrien), über die Rolle der Musik (musikalische Rhythmen), der Zeichen (die Abbildung wird zur Linie), dem Raum der Oper (Räume und Partituren), der theatralischen Dimension (Bühne), der Welt der Natur (nach der Natur), der urbanen Dimension (Rhythmen als Landschaften) und des Worts (Alphabete) bis zu Tieren (fantastische Zoologie).

Musik und Wort

Beide Künstler verband ein tiefes Interesse an der Musik, das sich auch in ihrer figurativen Arbeit spiegelt. Paul Klee war nicht nur Maler, er war auch Violinist, und Fausto Melotti studierte Klavier, bevor er mit der Bildhauerei begann. Selbst da, wo die Werke der beiden Künstler sich Themen wie Landschaften oder Stadtansichten zuwenden, liegen ihnen oft Rhythmen und Kadenzen musikalischen Ursprungs zugrunde. Die Musik ist nicht einfach Thema ihrer malerischen oder plastischen Arbeit. Die musikalischen Rhythmen, die Geometrie, die die melodischen Kompositionen bestimmen, werden für Klee und Melotti zu Formen des Denkens und der Wahrnehmung. Unter den Themen der Ausstellung hat auch das geschriebene Wort eine besondere Bedeutung. Buchstaben und Symbole treten immer wieder in den Werken auf. Sowohl Klee als auch Melotti waren Autoren theoretischer Schriften, von Aphorismen und Gedichten. Beide verband eine grosse Leidenschaft für dieses Ausdrucksmittel, das auch ihre visuelle Suche ständig begleitete.

Katalog

Der Katalog zur Ausstellung erscheint auf Italienisch und Englisch im Kehrer Verlag, Heidelberg. Er enthält Farbabbildungen aller gezeigten Werke sowie kritische Beiträge der Kuratoren Guido Comis und Bettina Della Casa, der Kunsthistoriker Lara Conte, Fabrizio D’Amico, Michele Dantini, Kurt Forster, Nina Gülicher und Paolo Repetto sowie der beiden zeitgenössischen Künstler Giulio Paolini und Francesco Barocco. Der wissenschaftliche Anhang wurde von Lara Conte betreut.


Agenda: Herbst 2013
„Mythen und Mysterien. Der Symbolismus und die Künstler der Schweiz".
Museo d’Arte und Museo Cantonale d’Arte
15.09.2013–12.01.2014