Testo introduttivo

L'ho vissuta la magia dell'infanzia e i giorni trascorsi a seppellire tesori e disegnare mappe rudimentali indispensabili per ritrovarli. Ancora prima, indietro nel tempo, ero tra quelli che scrutavano l'orizzonte del mare per mesi, attendendo l'arrivo dei vascelli con i loro carichi di spezie profumate, animali sconosciuti e descrizioni di nuove terre che facevano allargare lo sguardo sul mondo e disegnare nuove geografie. Oggi sono ancora qui a disegnar mappe, ad inventare continenti sconosciuti e ad immaginare un mondo unito, senza confini. Posso fare a meno dei telefoni satellitari, dei navigatori e delle mille diavolerie che appartengono a quest'epoca in perenne agitazione: io continuo a srotolare le mie mappe fruscianti sul tavolo, a tracciare instancabilmente nuove rotte, a sognare luoghi fantastici nella trepidante attesa del momento propizio per mollare gli ormeggi e ripartire.

                                                                      Michele Costantini

 

 

 

 

Scritti vari



 

Dis-orientamenti

Che cosa succederebbe se una mattina ci svegliassimo senza i nostri punti di riferimento?

Cosa proveremmo di fronte ad una Svizzera divenuta improvvisamente marina anziché montana,
un Canton Ticino come una grande isola in mezzo al blu ed un intenso odore di salsedine tra le vie di Bellinzona.
 

Le porte di Luce 

Si aprono all'improvviso, sono luminosità interiori di accecante bellezza.

Si mostrano puntuali ogni volta che la sensazione di smarrimento diventa insopportabile e l'ansia ci toglie il fiato.

Sono luci nel buio, frammenti d'oro nell'acqua torbida. Vere, irripetibili occasioni per trasformarsi, per superarsi.

Per andare oltre.

 

Racconti all'orizzonte

Ogni tanto mi capita di incontrare delle persone che non hanno mai viaggiato, che sono nate in un posto e lì sono rimaste. Lì hanno vissuto tutta la vita e tutto lascia pensare che lì moriranno.

A volte però, i racconti di queste persone pur essendo semplici non sono meno ricchi ed evocativi.

Lo sguardo sulle cose coglie l'essenza, la narrazione è lenta e segue il ritmo delle stagioni.

Quanti tra i viaggiatori frettolosi del nostro tempo, collezionisti di mete, possono vantare una tale

ricchezza?

 

Una mappa per tutti i giorni

Il viaggio è lungo, anche se ci si sposta soltanto dalla cucina alla stanza che guarda verso occidente e sui vetri della quale s'incendia l'orizzonte, perché la casa è un regno vasto e sconosciuto e una vita non basta per l'odissea fra la camera dell'infanzia, quella da letto, il corridoio in cui si rincorrono i figli, la tavola da pranzo sulla quale i tappi delle bottiglie sparano a salve come un picchetto d'onore e lo scrittoio con alcuni libri e alcune carte che cercano di dire il significato di questo andirivieni fra la cucina e il tinello, fra Troia e Itaca.

                                                                                                                     Claudio Magris

 

 

Come sopra, così sotto

Tutto nell'universo è traccia, segno, riferimento preciso.

Alza lo sguardo al cielo nella notte il viaggiatore alla ricerca della via, portando inconsapevolmente

sulle mani le linee che disegnano il suo destino.

Le orme dei suoi passi si mescolano indistintamente alle tracce degli animali, alle impronte delle foglie, al punteggiare ritmico e sottile della pioggia.

 

Sguardi altrove

In qualsiasi momento possiamo tornare con il pensiero ai luoghi che abbiamo visitato e visualizzarne

ogni dettaglio e godere del sottile piacere della nostalgia.

Ma possiamo anche chiudere gli occhi e spostarci lontano e immaginare luoghi che non vedremo mai e da lì osservarci e scoprire qualcosa di nuovo.

 

Oltre il confine

Una mattina successe che la sbarra a righe rosse e bianche rimase alzata e furono viste le guardie allontanarsi in gran fretta con i loro mezzi. Qualcuno disse che la città era stata bombardata ed un attacco nemico fosse imminente. Da entrambe le parti della linea di confine si formarono gruppetti di persone ma per lunghe ore nessuno osò oltrepassarla. Poi si videro dei bambini correre da una parte all'altra e a questi seguirono alcuni uomini in bicicletta e donne con grandi borse piene di generi alimentari.

Era autunno e quella mattina c'era una foschia bassa che avvolgeva la pianura. Lassù no, solo fumi di grigliate di carne improvvisate e cerchi spontanei di ballerini e suoni di violini mal accordati. Una fiumana inarrestabile di genti proveniente da ogni dove attraversava il confine unendosi agli altri per festeggiare. Ed il luogo da sempre diviso divenne in breve tempo un'unica terra.

 

Il tempo che resta

E' nella tradizione giapponese curare i dettagli anche quando si invitano delle persone a casa.

Ogni cosa è scelta con cura. Anche la combinazione delle nature degli ospiti, quando si decidono i posti a tavola, è regolata dalla ricerca dell'armonia. Vengono scelte le tovaglie di lino fine e si tirano fuori le ceramiche più pregiate. Le ore che precedono l'arrivo degli invitati sono dedicate alla meditazione, per ognuno c'è un pensiero.

Alla fine della serata, quando tutti sono andati via, i padroni di casa ritornano a tavola e si trattengono dallo sparecchiare e ripulire perché ancora per un po’ aleggia tra le cose lasciate l'energia vitale di chi era lì. E risuona l'eco delle loro risate e si prolunga il piacere dell'incontro e nella luce bassa delle lampade di carta, a volte, riappaiono i loro volti.

 

Biografia 

Sono nato a Milano nel 1963, città dove ho studiato e mi sono formato artisticamente a contatto con il maestro giapponese Kenji Sumura. Ho lavorato in ambiti molto diversi nel campo della pittura, dell'illustrazione e del design. Il lavoro che qui presento dedicato alle mappe, ai confini e all'orientamento è nato nel 2013 e si è sviluppato successivamente portando alla realizzazione di un cortometraggio ad opera di Werner Weick (TSI) e alla creazione della prima Refugees Creative Box, uno spazio di libera espressione progettato all'interno di un centro di accoglienza per richiedenti asilo in Italia.

 

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Michele Costantini
 

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updated 09.01.18