Dove: |
Presso Vincenzo Altepost,
a Verlin 9,
6954 Sala Capriasca, Ticino
v.altepost@bluewin.ch
Tel: 079 632 41 35
dall'estero 0041 79 632 41 35 |
Programma: |
Arrivo alle ore 9:30 circa.
Inizio programma alle ore 10:00 precise
con cicli di canto e meditazione comprendenti:
1° Canto di un
mantra (fra 20 e 45 minuti circa)
2° Meditazione (fra 12 e 20 minuti circa)
3° Pausa in
silenzio (fra 10 e 20 minuti circa)
Alla mattina ci saranno 2 cicli di programma
e dopo la pausa pranzo ancora 2 o 3 cicli di programma.
Canto e meditazione terminano circa alle ore 17:00 |
Per chi: |
Può partecipare chiunque ha piacere
e interesse a fare questa esperienza,
anche principianti. |
Pranzo: |
Spaghetti al sugo e insalata.
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Costo: |
Un piccolo contributo libero. |
Posteggio: |
Per non intasare la piccola a Verlin 9,
bisogna usare il posteggio comunale. |
Annunciarsi: |
Si può partecipare anche senza
annunciarsi.
Venite e portate anche i Vostri amici interessati.
Sarà bello e intenso come sempre. |
Semplici regole: |
1°) Non usare il
bagno durante la meditazione,
ma
soltanto durante il canto oppure durante le pause.
2°) Non entrare ed
uscire durante la meditazione,
ma soltanto durante il canto
oppure durante le pause.
3°) Non soffermarsi
in cucina durante la meditazione
ma soltanto durante le pause.
4°) Rimanere in
silenzio anche durante le pause
per mantenere l’energia e il contatto con lo spazio
interiore.
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Introduzione alla meditazione. Mp3
Min. 24:17
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"The heart is
the hub of all sacred places. Go there and roam."
Swami Nityananda di Ganeshpuri
Non è soltanto una bella frase ma un semplice e prezioso esercizio da fare
subito:
Gioia interiore. Mp3
Min. 5:12
La natura fondamentale della
nostra mente è pura consapevolezza e la sua naturale espressione
è gioia e amore.
Qualsiasi esperienza che noi
possiamo fare ha come propria base la nostra consapevolezza.
Per questo fatto gioia e amore
rimangono accessibili in qualsiasi situazione.
Quando il nostro stato mentale
è tranquillo e non stiamo sperimentando delle emozioni disturbate,
allora ci risulta abbastanza facile prendere contatto con questa
nostra gioia interiore. Possiamo chiudere gli occhi un attimo e
ponendo la nostra attenzione sul nostro respiro prendere contatto
con questa nostra gioia interiore.
Non sarà un urlo di gioia, ma
una esperienza di gioia molto delicata e fine.
Io dico solitamente: "come un
sorriso che non si vede".
Nel caso invece che ci troviamo
in una situazione dove stiamo sperimentando delle emozioni
disturbate, oppure un dolore, allora non possiamo passare accanto
a questa esperienza dolorosa, cercando di accedere direttamente
alla gioia come tentativo per eludere l'esperienza della nostra
momentanea difficoltà emozionale. Non possiamo passarci accanto,
ma dobbiamo accettare completamente questa esperienza momentanea,
ed entrare in questa emozione disturbata o questo dolore. Dobbiamo
distaccarci dalla storia che ha provocato questa emozione
disturbata, accettare e sperimentare pienamente questa emozione e
solo allora con l'attenzione sul nostro respiro ci risulta
abbastanza facile entrare in contatto con questa nostra gioia
interiore. Questo non vuol dire che il nostro dolore sia
necessariamente sparito, ma dal momento che sullo sfondo della
nostra esperienza momentanea siamo nuovamente in grado di
percepire la nostra fine gioia interiore, allora il nostro spazio
interiore è nuovamente vasto e aperto e molto più grande della
nostra esperienza momentanea. Per cominciare abbiamo ancora
bisogno di chiudere gli occhi per alcuni istanti per prendere
contatto con il nostro spazio interiore. Con il tempo e
l'esperienza questa connessione diventa sempre più facile e
spontanea e non sarà più necessario chiudere gli occhi per entrare
in contatto. Nelle diverse situazioni del nostro vivere quotidiano
possiamo velocemente prendere contatto con il nostro spazio
interiore, con la nostra gioia interiore. Possiamo farlo durante
il canto, iniziando la meditazione, durante il lavoro, durante una
passeggiata e prima di addormentarci. La qualità della nostra vita
diventerà sempre migliore.
Facciamo subito qui il nostro
primo esercizio.
Chiudiamo gli occhi,
poniamo la nostra attenzione
sul nostro respiro come entra, come esce, come entra e come esce e
prendiamo contatto con la nostra gioia interiore.
Rimaniamo qualche attimo in
silenzio a sperimentare questa nostra gioia interiore.
One-Moment Meditation: "How to Meditate in a Moment"
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Cos'è la meditazione.
Tratto dal libro di Ken Wilber "Il coraggio e la grazia"
È possibile spiegare in vari modi cosa sia la meditazione, come agisca e
funzioni. Secondo alcuni, con la meditazione è possibile innescare il
meccanismo di autorilassamento. La meditazione, a detta di altri, allena
la consapevolezza cosciente; è un metodo di allineamento e centramento
dell'Io; ferma il pensiero verbale infinito e rilassa il corpo e lo
spirito; calma il sistema nervoso centrale; riduce lo stress, dà
autostima, riduce l'ansia e la depressione.
Tutto ciò corrisponde a verità ed è stato confermato clinicamente. Vorrei
però sottolineare che la meditazione è ed è sempre stata di per sé una
pratica spirituale. Potrebbe essere considerata cristiana, buddista,
induista, taoista o musulmana, ma è in ogni caso un cammino dell'anima
verso la sua profondità, dove diventa una cosa sola con il divino. "Il
Regno di Dio è dentro di voi" - e la meditazione è stata fin dalle sue
origini la strada maestra verso questo regno. Qualunque cosa sia in grado
di fare la meditazione, essa rappresenta innanzitutto e soprattutto la
ricerca del Dio interiore.
Direi che la meditazione è spirituale e non necessariamente religiosa. La
spiritualità ha a che fare con l'esperienza pratica, non con meri
contenuti di fede; con Dio come fondamento dell'essere, non con una figura
di padre cosmico; con il risveglio al vero Sé, non con le preghiere per il
piccolo io; con l'educazione alla consapevolezza, non con il solenne
moralismo sulla lascivia e la fornicazione; con lo spirito che deve essere
trovato in ogni cuore, non con tutto quello che viene fatto in questa e in
quella chiesa.
Questo significa anche che la meditazione non deve essere annoverata a
questa o a quella religione, ma è parte di una cultura universale
spirituale dell'umanità - significa farsi portatori di un impegno, una
consapevolezza in tutti gli aspetti della vita. Si tratta, in altre
parole, di una parte di quella che viene detta philosophia perennis, la
"filosofia perenne".
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Was ist Meditation.
Aus dem Buch von Ken
Wilber
„Mut und Gnade“
Es
lässt sich auf mancherlei Weise erklären, was Meditation ist, was sie
bewirkt, wie sie funktioniert. Mit Meditation, sagen manche, lässt sich
der Entspannungsreflex auslösen. Meditation, sagen andere, schult das
bewusste Gewahrsein; sie ist eine Methode der Ausrichtung und
Zentrierung des ich; sie hält das endlose verbale Denken an und
entspannt Körper und Geist; sie beruhigt das Zentralnervensystem; sie
mindert Stress, verleiht Selbstwertgefühl, verringert Angst und lindert
Depressionen.
All das trifft zu und wurde
klinisch bestätigt. Ich möchte aber hervorheben, dass Meditation an sich
eine spirituelle Praxis ist und immer war. Sie mag christlich,
buddhistisch, hinduistisch, taoistisch oder muslimisch sein - immer ist
sie der Weg der Seele nach innen, wo sie schliesslich ihr Einssein mit
dem Göttlichen findet. »Das Reich Gottes ist in euch« - und Meditation
ist von ihren Ursprüngen an stets der Königsweg zu diesem Reich gewesen.
Was auch immer die Meditation also zu leisten vermag, sie ist zuerst
und vor allem die Suche nach dem inneren Gott.
Ich würde sagen, dass Meditation
spirituell, aber nicht unbedingt religiös ist. Spiritualität hat mit
tatsachlicher Erfahrung zu tun, nicht mit blossen Glaubensinhalten; mit
Gott als dem Grund des Seins, nicht mit einer kosmischen Vaterfigur; mit
dem Erwachen zum wahren Selbst, nicht mit Gebeten für das kleine ich;
mit Bewusstseinsschulung, nicht mit weihevollem Moralisieren über
Unzucht und Völlerei; mit dem Geist, der in jedem Herzen zu finden ist,
nicht mit irgend etwas, das in dieser oder jener Kirche getan wird.
Kurzum, Meditation ist spirituell.
Das heisst auch, dass
Meditation nicht dieser oder jener Religion zuzurechnen ist, sondern
Bestandteil einer universalen spirituellen Kultur der Menschheit ist -
ein Bemühen, Gewahrsein in alle Aspekte des Lebens zu bringen. Sie ist,
anders gesagt, Teil dessen, was man philosophia perennis nennt, die
»immerwährende Philosophie«.
Aus dem Buch von Ken Wilber
„Mut und Gnade“
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