Eugen Früh ad Ascona
Il museo Epper di Ascona espone opere del pittore zurighese Eugen Früh.
Egli visitò 78 anni orsono la comunità di agricoltori e artisti di Fontana
Martina, che esiste ancor oggi come monumento architettonico. Nella mostra
“Torna ad Ascona” è presente una parte dell’opera matura di Eugen Früh.
Diana Mirolo, curatrice del museo, ha curato la mostra con lo storico
dell’arte Matthias Wohlgemuth, membro della Fondazione Früh.
di Esther Scheidegger Zbinden
Nell’estate del 1932 una giovane coppia zurighese si recò in
Ticino, non in viaggio di nozze, almeno non ufficialmente (si sarebbero
sposati nel 1934), ma per un tirocinio di più settimane nella comunità di
agricoltori e artisti di Fontana Martina.
Erna Yoshida Blenk e Eugen Früh, studenti della scuola di arti applicate
di Zurigo, trascorsero qualche settimana come ospiti di Fritz Jordi
(1875-1938), l’editore dall’impegno socialista di Belp (Berna), che nel
1923 aveva acquistato per 18’000 franchi il villaggio in rovina a Ronco
sopra Ascona e l’aveva reso di nuovo abitabile con l’aiuto di amici e
compagni che condividevano i suoi ideali. Vivevano nella Casa rossa, con
un balcone dalla splendida vista sul Lago Maggiore e sulle isole di
Brissago. Tra gli amici di Jordi c’erano il noto artista liberty Heinrich
Vogeler di Worpswede e l’artista incisore su linoleum Carl Josef Meffert
alias Clément Moreau, che dopo una gioventù traumatica era diventato
allievo di Käthe Kollwitz. Soprattutto Moreau ebbe una grande influenza
non solo sul figlio di Jordi, Peter, che divenne poi un celebre vasaio
eremita, ma anche sulla coppia zurighese.
Con le loro linoincisioni illustrarono il numero 19 della rivista „Fontana
Martina“, che Jordi pubblicò dall’ottobre del 1931 fino al novembre del
1932. Si trattava di una rivista politica quindicinale con grafiche
originali e testi, che il caporedattore dava alle stampe liberamente,
senza manoscritti, mentre redigeva a sua discrezione i testi dei
collaboratori.
Fritz Jordi era comunista, ma non anticonformista. Felix Moeschlin,
giornalista e romanziere che visse a Brissago dal 1941 al 1965, scrisse di
lui: „E per quanto concerne il comunista, che in cima alla montagna
possiede addirittura una piccola tipografia (…) chi lo prenderà sul serio,
non è un cattivo soggetto, perché quando le erbacce crescono alte nel suo
giardino rimanda la “rivoluzione mondiale” di quindici giorni, per trovare
il tempo di liberarsi delle sue erbacce.“ Benché vicino fisicamente al
Monte Verità, il centro abitato di Jordi ne era ben lontano sia
ideologicamente che nella sostanza. Ma con il decano Carlo Vester Jordi
era in amicizia. E la grande dame di Ascona, Hetty de Beauclair, si
ricorda dei Jordi, in „Dal Monte Verità di Ascona,,,a Berzona in Onsernone
(Yvonne Bölt/Gian Pietro Milani, Edizioni Serodine) e della comunità di
Fontana Martina in Ronco, „dove… accompagnavo a piedi mio padre e poi
dovevo attendere a lungo in giardino.“
Anche la scrittrice Eveline Hasler, residente a Ronco sopra Ascona, ha
reso eterna Fontana Martina nel suo libro „Passeggiate nel mio Ticino.
Paesaggi, cultura e cucina“ (Sanssouci 2002). Si ricorda tra l’altro che
Ignazio Silone in questo minuscolo e intricato centro abitato aveva
lavorato al suo romanzo Fontamara – un gioco di parole con Fontana
Martina? –, che venne tradotto in 22 lingue e premiato con il premio
Pulitzer, e che con il torchio a mano di Jordi nella lotta a Mussolini
stampò manifesti antifascisti, che raggiunsero la vicina Italia attraverso
i sentieri dei contrabbandieri.
Nel 1934 Jordi stampò 200 esemplari del ciclo „Werker ohne Tat“ di Paul
Adolf Brenner – probabilmente fu Eugen Früh a metterli in contatto. Una
cosa è certa: dopo il 1943 entrambi, Früh e Brenner, entrarono nei
Samstagsbündlern, un circolo di amici letterati e pittori, che si
incontrava tutti i sabati, all’occorrenza anche le domeniche, dalle 11
fino alle 13 circa al Café de la Terrasse di Zurigo sul Limmatquai. Nel
gruppo c’erano anche il poeta Hans Schumacher e Max Frisch, allora ancora
attivo come architetto. È possibile che l’interesse per la Terrasse fosse
dovuto alla presenza del suo adorato poeta Albin Zollinger. Nel suo primo
diario troviamo una composizione dedicata a questi incontri: „Café de la
Terrasse/ intorno la città in fiamme, laboriosa e vivace, i clacson delle
automobili, il sordo rimbombo dai ponti – e qui quest’isola verdeggiante
del silenzio, dell’ozio: come un ronzio sulle strade (…) E’ sabato. Sono
le undici, l’ora che io amo: tutto in noi è ancora vivo, sereno senza
esuberanza (…) senza le ombre serali della melanconia – età tra i trenta e
i quaranta.”
Früh, pittore e illustratore di libri e giornali, visse con sua moglie a
Zurigo, quando non erano in viaggio, per due o tre mesi di vacanze studio,
prevalentemente nel sud, nei Grigioni e in Ticino, a Roma e Parigi, nel
sud della Francia, nel sud Italia, in Spagna e Dalmazia. Egli illustrò
opere di ogni genere letterario contemporaneo in tutta la Svizzera. Nel
1939 realizzò i dipinti murali „Jugend und Arbeit“(gioventù e lavoro)
nella „Casa della gioventù“ per l’esposizione nazionale svizzera di
Zurigo. Nel 1947 illustrò la prima opera andata in scena di Max Frisch
„Santa Cruz“, nella serie Klosterberg curata da Walter Muschg. Il suo
dipinto murale per il Technikum di Winterthur (1949) venne distrutto da un
incendio nel 1968. L’ultima collaborazione tra Früh e Frisch risale al
1949, nella piscina all’aperto di Letzigraben: Früh dipinse su 10 metri di
lunghezza e oltre 2 metri di altezza un paesaggio sottomarino azzurro, con
piante, pietre e tre pesci enormi, riportato oggi all’antico splendore.
Nel 1943 ricevette il premio C. F. Meyer per la pittura, nel 1949 venne
organizzata la sua prima grande mostra personale nel Kunstsalon Wolfsberg,
con il quale collaborò per tutta la vita. Nel 1959 l'Istituto nazionale
svizzero di assicurazione, la Kunsthaus Zürich e il pittore Alois Carigiet
furono tra i suoi acquirenti. Nel 1962 espose nell’Helmhaus rinnovata.
Nel 1959, in seguito ad un ictus, la sua mano destra restò paralizzata per
un periodo. Seguirono però altri 16 anni di intensa produzione artistica.
Nel 1975 si ammalò di tumore e morì pochi mesi dopo, il 18 luglio. Eugen
Früh e la moglie, scomparsa 21 anni più tardi, riposano insieme in un
loculo nel cimitero di Sihlfeld.
Mostra di EUGEN FRÜH “Torna ad Ascona” – 1914-1975 al Museo Epper, Ascona,
Via Albarelle 14, Tel. 091 791 19 42 dal 19 giugno al 29 agosto 2010
Vernissage: sabato, 19 giugno ore 17
Orari d’apertura: ma – ve 10-12 e 20-22 sa+do 20-22
Lunedì chiuso – Ingresso libero |
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