MARCO MUMENTHALER
Nato a Muralto nel 1948, Marco Mumenthaler svolge il tirocinio di
ceramista presso il laboratorio del padre a Solduno; dopo un periodo di
perfezionamento in Germania, nel 1976 apre il proprio laboratorio ad Arcegno
nel quale lavora tuttora.
Continua la sua formazione con alcuni stages presso la Scuola di Arti
applicate di Berna, partecipa alla fondazione della Comunità artigiani della
Svizzera italiana - in seguito diventata Associazione Artigiani d'Arte - e
fa parte del comitato dell'Associazione dei Ceramisti svizzeri; persona di
riferimento a livello cantonale per la sua competenza nel campo della
ceramica viene chiamato come esperto in occasione dei principali eventi a
livello nazionale. La sua trentennale carriera e' costellata da numerose
esposizioni personali e collettive in Ticino, nella Svizzera interna e
all’estero.
Nel vasto panorama della produzione artistica del ceramista Marco
Mumenthaler, nato a Muralto e residente ad Arcegno, l’approccio tecnologico
e scientifico è sempre stato un riferimento costante per le sue ricerche.
L’estetica delle forme, modellate dalle mani del maestro-tornitore, lo ha
dapprima avvicinato al design, alla creazione di pezzi unici, di prototipi,
che possono competere con i modelli della miglior produzione industriale di
nicchia. Oggi, e da più di un decennio, il discorso legato all’armonia delle
forme e dei colori è orientato invece verso il reperimento nel territorio di
materie prime naturali, da trasformare in sensazioni ed emozioni cromatiche
e spirituali. Gli inizi di questa sua ricerca vanno fatti coincidere con lo
scavo della galleria locarnese Mappo-Morettina. L’intuizione di cuocere ad
alta temperatura le rocce della montagna, polverizzate dal disco di una
fresa, lo ha portato a scoprire gli smalti del genere Temmoku , le“macchie
d’olio”, o quelli denominati “foglie d’autunno” o “pelo di lepre”, del tutto
simili ai ben noti e preziosi smalti di Cina o Corea del XVIII – XIX secolo,
rimasti ancora con il segreto inviolato della loro formazione. Quelle
polveri raccolte dal Mumenthaler nel cunicolo appena fresato non avevano
altro che la stessa composizione mineralogica, allo stato naturale, delle
materie di base che hanno prodotto quegli smalti ceramici che trasmettono le
sensazioni e le emozioni già inventate dai maestri cinesi e coreani.
CHRISTIANE PERROCHON
Christiane Perrochon, ceramista.
Nata a Ginevra, Svizzera, dove ha studiato, si è trasferita in Italia 20
anni fa.
Attualmente vive e lavora in Toscana in una bella casa di campagna in cima
ad una collina, circondata da boschi di querce ed uliveti.
Il laboratorio occupa tutto il piano terra della casa.
L’artista è impegnata da sempre in un lavoro di ricerca continuo riuscendo a
creare smalti sempre nuovi.
Tecnologia
L’artista ha scelto di lavorare il grès ad alta temperatura.
La produzione è interamente manuale.
Il processo di produzione inizia con la lavorazione dell’argilla cruda.
Gli oggetti sono realizzati sul tornio o modellati a mano con sottili
sfoglie di argilla e sono messi a seccare. Successivamente i pezzi vengono
cotti una prima volta a 980°C nel forno di biscotto.
La fase successiva è quella di smaltatura degli oggetti biscottati e quindi
termina con il forno di smalto alla temperatura di 1300°C.
Forme
L’artista prima fa degli schizzi a mano e cerca di studiare le forme che
desidera.
Si mette poi al lavoro sul tornio e realizza le forme precedentemente
schizzate.
Le forme degli oggetti sono semplici e pure.
Non aggiunge mai un dettaglio per renderle “carine”. Saranno gli smalti a
dar loro la vita.
Gli oggetti sono realizzati interamente a mano; questo processo di
produzione rende ogni oggetto assolutamente unico ed irripetibile.
Colori
L’artista è impegnata in un lavoro di ricerca sugli smalti ad alta
temperatura che dura da quarant’anni.
Le forme lineari e pure sono un supporto eccellente per gli smalti; uno
smalto, infatti, non può ricoprire un pezzo qualsiasi.
Forme e colori sono intimamente legati. I colori che l’artista crea riescono
ad avere la loro massima espressione grazie a queste forme.
La smaltatura degli oggetti è fatta per aspersione e non a spruzzo. Questo
procedimento permette di ottenere dei giochi di colori molto belli grazie
alle differenze di spessore dello smalto.
Tutta la produzione è incentrata intorno allo studio dei colori, della
luminosità e delle forme.
L’artista è impegnata in una ricerca continua di colori e di smalti sempre
nuovi.
La tecnologia del grès cotto ad alta temperatura rende difficile ottenere
smalti con gamme di colori così vaste.
L’artista con lo studio sistematico della composizione chimica degli smalti
e delle differenti tecniche di cottura (in ossidazione o in riduzione),
riesce ad ottenere dei risultati assolutamente eccezionali ed ormai
riconosciuti a livello internazionale.
ANNA VANNOTTI
Anna Vannotti è cresciuta a Lugano, dove è nata nel 1951. Dopo un
iniziale interesse per studi di psicologia, nel 1974 si iscrive
all'Accademia di belle arti di Brera a Milano dove, allieva dello scultore
Lorenzo Pepe, si diploma nel 1978 in decorazioneý Frequenta corsi impartiti
dal ceramista Camille Virot a Vière (Provenza/Francia) e si accosta alla
ceramica, adottando la tecnica raku. Tra il 1980 e il 1981, usufruendo di
una borsa di studio della Japan Foundation, soggiorna in Giappone per
approfondire la conoscenza del raku.
Insieme con Antonietta Airoldi, tessitrice, gestisce dal 1989 uno spazio
espositivo a Lugano, l'Atelier AAA, dove speciale attenzione viene data alle
arti cosiddette decorative.
È attiva indipendentemente dal 1978 ed esponejregolarmente in Svizzera, con
partecipazioni in Italia e in Francia. Attualmente vive e lavora a Muzzano.
Nel suo atelier, immerso nel verde e nei fiori, Anna Vannotti coniuga arte e
natura attraverso una ricerca che si snoda con moto spontaneo e per distinte
tappe, con un importante riferimento alla cultura orientale.
L'immediatezza espressiva consentita dalla tecnica rudimentale del raku e,
nel contempo, i passaggi esecutivi obbligati che impongono concretezza e
disciplina lavorativa, assecondano in modo ideale la sua creatività. Il
lungo processo esecutivo nelle diverse fasi infatti soddisfa l'esigenza di
coinvolgimento totale e di armonizzazione tra ideazione e realizzazione.
Le sue opere hanno la qualità dell'oggetto unico, irripetibile, benché
possano avere una funzione d'uso come i contenitori e i vasi. Le sue ultime
creazioni: le "tavole", attraverso i colori, le impronte e il segno quale
risultato del gesto artistico, accolgono interventi di varia emozione e di
forte intensità.
ANTONIO TERUZZI
www.antonioteruzzi.it
Antonio Teruzzi è nato nel 1945 a Brugherio, dove vive e lavora. Espone dal
1970.
I primi anni di attività sono caratterizzati da una pittura di impianto
figurativo con forte impronta personale, volta ad interpretare incisioni
rupestri, animali, figure umane, con uso di tecniche miste, olio e fuoco.
Teruzzi è in primo luogo pittore, ma anche scultore e incisore, esegue
affreschi e non disdegna occasionalmente le arti applicate. Ama, in pittura,
l'impiego di pigmenti puri e di terre attraverso tecniche laboriose ed
insolite quali l'encausto su legno o su carta, e l'affresco su tela o su
stucco lucido applicato a tavole anche d'estese dimensioni.
Vi ricorre per conseguire effetti particolari, ma anche per il gusto della
materia in se. L'affascina l'idea d'unire materia e spirito, traguardo tra i
più elevati delle antiche pratiche alchemiche.
Negli anni '70 nasce a Brugherio la Galleria-Studio Lascaux, punto di
incontro di scambi artistici e culturali.
In seguito la ricerca tende alla rarefazione nell'aria e nella luce di forme
umane, angeli e animali immersi in paesaggi evocanti paradisi terrestri.
Questo tipo di ricerca artistica è descritta in un testi di Roberto Sanesi
che fa esplicito riferimento alla poetica rilkiana e che accompagna la prima
personale milanese alla Galleria Annunciata nel 1982.
Dagli anni '80 impiega la tecnica dell'encausto su intonaco e su tavola in
opere che impaginano segni minimi nel contesto di sinopie di schemi
architettonici.
Sono di questo periodo una serie di mostre allestite in luoghi di interesse
architettonico: ville in disuso, antiche corti e chiese sconsacrate
diventanospazi di convivenza tra pittura e letteratura. Temi raccolti e
pubblicati in volumi quali "Che l'infanzia finisca cosi?" di Luciano Rossi ,
"Percorsi Celesti" e "Affioramenti" di Alberto Crespi.
E' presente in una collettiva presso la Galleria Montrasio di Monza nel 1989
con un gruppo di tele del ciclo "Percorsi Celesti", tema impaginato anche in
volumi realizzatio in unico esemplare, con prefazione di A. Crespi.
Espone da Severgnini a Cernusco e al Premio Biella per l'incisione.
Realizza il ciclo di opere su carta “Luoghi di Luce” raccolte in volume
prefato da R. Sanesi.
Espone al Museo Alternativo Remo Brindisi di Ferrara, presenta il ciclo
"Affioramenti" alla Galleria Blu di Prussica Albissola, alla galleria
Sacchetti di Ascona e In-Carta a Ferrara.
Nel 1994 è fra i dieci scultori per Un percorso a Cernusco.
Nel 1995 espone in due personali:
"Luminosità-Numinosità" alla Galleria AZ di Milano, testo in catalogo di
Pier Luigi Senna ed "Esplorazioni", alla Galleria Vinciana di Milano con
testo di Riccardo Barletta.
Le tavole ad encausto impaginano sequenze di segni criptici, alla ricerca di
nuovi file di comunicazione, all'interno di un ordine architettonico
impostato sul quadrato.
Dello stesso anno sono anche gli arredi e la decorazione vetraria e musiva
alla chiesa di San Carlo in Brugherio
Nel 1996 esposizione personale alla Galleria Moretto di Vicenza e collettiva
"La croce e il vuoto" a Palazzo Ducale di Mantova.
Nel 1997 espone alla galleria Severgnini di Cernusco s/Nav. e alla rassegna
Pittura e Scrittura per il Terzo Millennio alla Casa del Rigoletto di
Mantova.
Nel 1998 due personali milanesi “Verso Oriente” alla Galleria Artistudio e
“Dall'Aurora alla Traccia” alla galleria Modarte; una a Mendrisio dal titolo
”Affreschi” alla galleria-libreria Il Libraio, è presente alla mostra
Terzine Libri d'Artista alla galleria Avida Dollars di Milano.
Nel 1999 personali “Affreschi su Carta” con testo di P. Senna da Artistudio
e allo Studio Gulminelli di Mendrisio.
Nel 2000 nasce il l Movimento d' Arte e Filosofia Subrosa, di cui Teruzzi è
uno dei fondatori.
Sempre nel 2000 personale “Interno delle Cose” alla Gallerie Artisti di Nyon
con testo di C.Casero e realizzazione dello lo scenario per piazza Ghirlanda
a Brugerio.
Nel 2001 “Legni” mostra personale alla Galleria Severgnini di Cernusco
S/Nav. con testo di Emilio Vergani.
Nel 2002 personale alla Galleria Magro Rocca di Milano con opere ispirate al
manifesto Subrosa; esposizione all'Area Banca Milano ("Carte tra Immagine e
Scrittura", a cura di P.L. Senna); "La memoria dell'acqua" - esposizione di
legni presso l'agriturismo La Costa a Perego (LC) e esposizione di opere
presso Arredamenti Valgandino a Gandino (BG).
Tra 2001 e 2003 vengono realizzate opere di grandi dimensioni come "Il Muro:
impronte nell'Aria" e la scultura "Duplice Unità" per due spazi pubblici a
Brugherio.
Nel 2004 espone per "Cantine Aperte" a La Costa "Il Miracolo del Vino - Il
Miracolo dell'Arte". Acquaforte per la collana "Divan" a cura di Josef Weiss
con testo "Armonia del quasi" di Francesco Pelizzoni. Sempre nel 2004 è
presente nell'Atelier Irene Weiss a Tremona (CH) e personale alla galleria
Leuenberger di Zurigo.
I lavori recenti, di raffinata tecnica su vari supporti, propongono
contrasti luministici e misurati interventi segnici che richiamano simboli
sacri e cosmici.
Molte opere dei vari cicli di lavoro di Antonio Teruzzi figurano ormai in
collezioni pubbliche e private, in Italia e all'estero.
Numerosi i cataloghi delle esposizioni, usciti dai tipi delle Edizioni d'
Arte Severgnini.
Il 2005 e 2006 sono caratterizzati dal fermento artistico promosso
dall’Atelier Irene Weiss di Tremona (Svizzera) con mostre personali e
collettive.
Del giugno 2005 è la personale ‘E’ luce’, presentazione di Mauro Paolucci.
Nell’Agosto dello stesso anno mostra di fine estate 'Dialogo sull’Arte' con
opere di Fracine Mury, Petra Weiss, Cristina Kaufferle, Hans Rudolf
Struppler e Antonio Teruzzi.
Tutto il 2006 ‘Omaggio a Max Weiss’ con cicli di esposizione; in occasione
dell’apertura viene espoto dittico di grandi dimensioni ‘Porte Aperte’, che
Antonio Teruzzi ha realizzato in omaggio a Max Weiss.
Nel mese di settembre collettiva ‘A passeggio con l’arte’ , promossa dalla
Commissione culturale intercomunale Svizzera, alla quale l’artista partecipa
presentando legni di grande formato.
Nel gennaio 2007 personale alla Galleria Sante Moretto – Monticello Conte
Otto (Vicenza) – con opere recenti nelle quali vengono sviluppati i temi de
La non pittura: I non luoghi, Civiltà scomparse, desiderio di Metamorfosi e
trasformazione, dinamismo dell’uno.
Antonio Teruzzi
Via G.Mazzini 9
20047 Brugherio - Milano - Italy
Tel/Fax +39 039 287 30 67
Cell. +39 339 722 95 20
E-mail:
antonio.teuzzi@libero.it
Web: www.antonioteruzzi.it
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