IL LIBRO DEL RISVEGLIO
ovvero detti intuizioni poemi
che indicano la vera sorgente della vita

CAPITOLO 24  

non fine - non inizio


M.: "Consapevolezza" significa puro. Poiché la consapevolezza conosce "l'Io sono", essa è altro, è più dell' "Io sono". Ciò è il più alto; non ci sono gradi nella consapevolezza. Nell'Assoluto, lo stato Parabrahman, non c'è questione tra consapevolezza impura e consapevolezza pura.

D.: C'è amore nella pura consapevolezza?

M.: Fino allo stato di essere, di "Io sono", di coscienza, c'è l'amore... l'amore di essere. Questo "amore di essere" non è lo stato perfetto, ma se è trasceso, lo diventa.

In questo "amore di essere" voi volete ottenere qualcosa vero?... C'è un desiderio, quello di continuare ad essere. Nel Parabrahman, non c'è amore di essere, perché è uno stato perfetto.

Nisargadatta Maharaj


Nel movimento di cui parlo... non c'è nulla dentro che debba uscire fuori e nulla fuori verso cui protendersi.

Non c'è più neppure un'unione d'amore, perché quando non c'è un sé‚ non resta nulla che debba unirsi!

Bernadette Roberts


D.: Nello stato naturale si è compassionevoli?

U.G.: Questa è la vostra proiezione. "Sono indifferenti,... duri!!" La "compassione" è di nuovo un trucco del mercato spirituale. Credete che quell'individuo sia cosciente di esser pieno di compassione? Se lo è, non è compassione.

U.G.


Solo quando interpreto ciò che è nella mente, divento felice o infelice... tutto... dipende solo dal significato delle parole;... e questa è la mente.

Io sono e non sono, e non sono nessuno dei due! Né la presenza né l'assenza, ecco perché dico qualunque cosa mi venga in mente.

Alla fine quando realizzi che tutto è inutile, che tutto è Brahaman, allora sei a livello del Parabrahman, il livello assoluto. Quando sei a quel punto, tutto ti sembra inutile, incluso il Brahman perché anche Brahman è ridotto ad un'illusione. Così tutte questi discorsi, incluso il mio, diventano illusioni, una volta che sei nel più alto.

... voi venite qui per incenerirvi! Qualunque identità abbiate o qualunque idea abbiate di voi stessi, sarà incenerita. Questo amore di essere, questa coscienza non sollecitata, è spontaneamente venuta per nessuna ragione. Ma da allora si intrattiene con mille attività. Tutte queste attività mondane sono dovute all'amore di sé, all'amore dell'essere. Ma l'amore di sé non è reale. Non può essere eterno, è una fase passeggera.

Nisargadatta Maharaj


Perciò preghiamo Dio di diventare liberi da Dio e di concepire e godere eternamente la verità, là dove l'angelo più alto e la mosca e l'anima sono uguali; là dove stavo e volevo quello che ero ed ero quel che volevo.

Egli (I'uomo) deve essere così "vuoto di ogni sapere" da non sapere né conoscere né sentire che Dio vive in lui; più ancora deve essere privo di ogni conoscere che vive in lui.

Infatti, quando l'uomo stava nell'eterna essenza di Dio, niente altro viveva in lui; cosa là viveva quello era lui stesso... Perciò io sono causa originaria di me stesso secondo il mio essere, che è eterno, e non secondo il mio divenire, che è temporale. Perciò io sono non nato, secondo il mio modo del mio non esser nato, non posso mai morire. Nella mia nascita eterna nacquero tutte le cose ed io fui causa originaria di me stesso e di tutte le cose, e se non lo avessi voluto, né io né le cose sarebbero; ma se io non fossi, neanche Dio sarebbe: io sono causa originaria dell'esser Dio da parte di Dio; se io non fossi, Dio non sarebbe Dio.

Quando ero nella mia causa prima, non avevo Dio ed ero causa di me stesso; allora non volevo niente, non desideravo niente, perché ero un essere libero e conoscevo me stesso, godendo della verità. Volevo me stesso e non volevo altro; quel che volevo, lo ero, e quello che ero, lo volevo. Allora ero privo di Dio e di tutte le cose. Ma quando, per mia volontà libera, sono uscito e ho ricevuto il mio essere creato, allora ho avuto un Dio. Infatti Dio non era Dio prima che vi fossero le creature: era quello che era. Quando ci furono le creature, che ricevettero il loro essere creato, Dio non era Dio in se stesso, era Dio nelle creature.

Meister Eckhart


Non era Dio, ovvero la vita, a essere nelle cose. Era esattamente l'opposto: le cose, ogni cosa, erano in Dio... fintanto che non riusciremo a superare i nostri concetti sulla vera natura della vita, non potremo renderci conto di quanto in realtà siamo totalmente al sicuro e di come tutta la lotta per la sopravvivenza e la sicurezza individuale sia un assoluto spreco di energia.

... lo stato di non-sè è la rottura di un sistema di autocoscienza..., dato che quando non c'è il Sé, non c'è neppure l'altro.

... la mente non è mai stata in grado di vedere se stessa come soggetto; questo sarebbe altrettanto impossibile quanto che l'occhio vedesse se stesso.

Chi può capire cosa significhi scoprire che la realtà ultima non è un fuggevole momento di beatitudine,... né un’esperienza... ineffabile, ma è invece qualcosa vicino come i tuoi occhi, semplice come un sorriso,...? Essendo tutti proiettati nell'aspettativa di un gran finale di amore e beatitudine, è un fallimento scoprire che queste risposte sono le risposte del sé a un oggetto, mentre ciò che E' non può essere un oggetto né niente di simile.

... noi vediamo in continuazione questa Realtà, durante la nostra vita, ma non la riconosciamo perché è così normale, comune e ordinaria... Così, quando riusciremo a fissare lo specchio senza provare una gran delusione, ma potendo dire invece: - Tutto è come sempre e non è cambiato niente - forse allora sapremo cos'è l'intenso trionfo dell'essere comuni.

Qui si rivela che Dio è un tutto, i cui atti non possono essere divisi né separati dalla sua esistenza. Perciò, da qui in poi, agire è farlo inconsciamente, in quanto è la tua stessa natura ad agire e tu non puoi fare diversamente. Quel che è più importante, non c'è nessun sé da impegnare nell'atto perché il sé era l'energia sperimentata in precedenza: era colui che faceva. Ma senza sé (colui che fa), l'atto coincide con l'esistenza.

Bernadette Roberts


Lo stato anteriore alla coscienza è permanente. L'apparizione e la scomparsa spontanee, sono una qualità della coscienza.

Se ti addormenti con la consapevolezza che sei la coscienza, questo pensiero regnerà durante tutta la giornata seguente. Addormentati con la certezza che il tuo corpo è spazio. Tu soffri perché ti credi un corpo. Tieni a mente giorno dopo giorno che non sei il corpo, che sei la conoscenza, la coscienza. Dopo la morte il corpo si trasforma in spazio. Di conseguenza, perché non supporre che esso lo è già fin d'ora.

Tu non sei il corpo. Tutto ciò che appare e poi sparisce non sono che proiezioni mentali.

L'Assoluto non cessa mai d'essere. Quando si tratta della co-esistenza dell'Assoluto e della mâyâ, il tempo non interviene; al di là dell'illusione non c'è tempo.

Quando sei nelle profondità dell'oceano, dove sono le onde? È solo quando esci dall'acqua che le onde appaiono. Quando non sei né felice né infelice e senza il sentimento "io sono", il tuo stato è quello di Nirguna. Torna indietro, fino allo stato che precede il pensiero.

Non fingere di amare gli altri come te stesso. A meno che non li abbia resi tutt'uno con te, non puoi amarli.

... Nel tuo vero stato, di che cosa avresti bisogno? Di niente. Tu sei colmo, intero, indifferenziato. Non ti può essere chiesto nulla. Ma non appena appare la coscienza, ecco che diventi un miserabile mendicante.

Prima di svegliarti al mattino, proprio un momento prima, tu sei nell'Assoluto, nel Parabrahman. Ti svegli e la coscienza comincia il suo gioco, la sua danza; ma essa è lì soltanto grazie al corpo. Senza corpo, niente coscienza. Capisci bene questa coscienza, comprendila con una chiarezza assoluta... Quando ne avrai completamente assimilato il significato, quando vivrai in questa coscienza, allora potrai risvegliarti allo stato supremo. Questo stato, una volta raggiunto, non è cosciente di esistere. L'Assoluto non è mai cosciente della sua esistenza.

Io mi riferisco continuamente a questo principio che non conosce se stesso, nel quale non c'è alcun "io sono", il principio che è il più profondo voi stessi, che è l'unico vero voi stessi.

Ritrova lo stato della prima infanzia. Immergi il tuo essere nel non essere. La tua vera natura è senza nascita. Tu sei quello che ignori, sei lo stato di non-conoscenza.

Nisargadatta Maharaj


Quando il "risveglio" sorge, non è altro che valore infinito... Ma... non è la felicità. Certo questo zampillare è accompagnato da una vampata di gioia inaudita! Ma nella sua essenza, questo valore è indipendente da qualunque stato beatifico... diciamo che vi è Dio e il paradiso. Se è naturale che Dio induca il paradiso, non bisogna confondere le due cose... (Il valore divino) non ci dà nulla e non ci ripaga in moneta di felicità.

Stéphen Jourdain


La parola "consapevolezza" è fuorviante La consapevolezza non è uno stato in cui ci possa essere divisione. Non ci sono due stati: la consapevolezza e qualcos'altro... Non è che voi siate consapevoli di qualcosa. La consapevolezza è semplicemente l'azione del cervello... non può essere usata per produrre un cambiamento in voi stessi o nel mondo intorno a voi.

Che cosa intendete esattamente quando parlate di coscienza? Voi siete consci, siete consapevoli solo attraverso il pensiero.

Non arriverete al vostro vero essere, finché non sarete liberi dal concetto del sé e da tutto quello che l'accompagna.

Essere realmente sé stessi implica che vada distrutta la base stessa della vita spirituale, che è sbagliata. Questo non significa..., che dobbiate bruciare i templi, distruggere i libri sacri... No, non è assolutamente così. Un grande fuoco si accende dentro di voi. Tutto quello che l'uomo ha pensato e sperimentato deve andarsene...

Voi diventate consci solo con l'aiuto del pensiero. Purtroppo esso è sempre lì, così il suggerimento che non è possibile esperimentare nulla, quando questo punto di riferimento non c'è, non ha alcun senso per voi. Non avete punto di riferimento quando manca questo momento di pensiero: così tutte le domande (sulla coscienza o incoscienza) svaniscono. Si spendono milioni di dollari per trovare la sede della coscienza che è senza limiti! Non esiste nessuna sede della coscienza. Voi create dunque un punto e riferendovi a quel punto, voi esperimentate le cose. Quando non c'è pensiero, è possibile esperimentare qualcosa o riferirsi a qualcosa di non-esistente? Ogni volta che un pensiero nasce, voi nascete.

Quando il pensiero non c'è più...è la fine! È inutile parlare romanticamente di estinzione e di beatitudine... voi non avete la possibilità di esperimentare cosa c'è tra due pensieri, e così il mondo che esperimentate attorno a voi fa parte di quel punto di vista. Ci deve essere un punto di riferimento che crea uno spazio, ma se non c'è un punto di riferimento, non c'è spazio, allora tutto quello che esperimentate da questo punto di riferimento è un'illusione; non che il mondo sia un'illusione (come dicono i vedantini e gli allievi di Shankara), ma tutto ciò che esperimentate in relazione a quel punto - esso stesso un'illusione- diventa automaticamente un'illusione. Mâyâ significa misura in sanscrito. Voi non potete misurare nulla a meno di avere un punto di riferimento: se il centro è assente, non c'è circonferenza. E' aritmetica elementare! Questo punto non ha continuità, esso appare in risposta ad una situazione data che crea questo punto: il soggetto non esiste, ma è l'oggetto che crea il soggetto... un fenomeno fisiologico. Se non c'è luce, è impossibile vedere i fenomeni. Il riflesso della luce attiva il nervo ottico che a sua volta attiva le cellule della memoria.. .che una volta attivate, portano a galla tutta la conoscenza che avete del fenomeno. Non vi è mai un soggetto che crea un oggetto. Tutte le sensazioni lavorano insieme istante dopo istante dando un'idea di continuità, ma non vi è nessuna entità permanente: ciò che chiamiamo IO è solo un pronome, la prima persona al singolare...! Ma quando parliamo di vivere il momento presente, questo è di nuovo uno stato mentale indotto da un pensiero e non ha alcun senso. Se il pensiero è davvero assente, allora questo è vivere il momento presente.

UG..


Qualunque sia lo stato in cui non conoscevamo nulla quello è il nostro vero stato quella è la Realtà. In quello stato non conoscevamo nemmeno la nostra esistenza. Allora spontaneamente, arrivò il messaggio ... "io sono!" ... (che) diede inizio al senso di dualità, soggetto ed oggetto, peccato e merito ...

Qualunque cosa ci fosse prima della conoscenza "io sono" è la verità; qualunque cosa segua la conoscenza o la coscienza "io sono" è falsa...

Tu sei quello che è precedente all'arrivo dell’io sono.

Ramesh Balsekar


Quando sarò dichiarato morto? Quando l'Atman avrà lasciato il corpo. Ma io non sono quell'Atman, dov'è la mia morte allora? Non sono influenzato dal cancro, perché qualunque cosa accada, qualunque sia l'esperienza, io abbandono tutto questo all'Atman. Tutte le azioni e i frutti delle azioni sono abbandonate all'Atman dal Parabrahman, l'Assoluto.

Non potete mai avere conoscenza circa il vostro Sé, perché il Parabrahman non può essere testimoniato. Sapete ciò che non siete; ciò che siete non potete conoscerlo.

D.: Una persona che ha realizzato il Sé, è sempre in uno stato di beatitudine?

M.: Colui che ha trasceso l'idea del corpo non ha bisogno dell'ananda (beatitudine). . Quello stato che è precedente alla tua nascita non può essere descritto come sonno profondo, ne è al di là. L'esperienza dell'jnani è la stessa del tuo stato precedente alla nascita, è uno stato completo.

... Ananda significa beatitudine e questa è una qualità della mente... (l'Jnani è) trascendenza della capacità di conoscere e del non-conoscere.

Nisargadatta Maharaj


D.: La mia realizzazione è di aiuto agli altri?

R.: Si’ certamente. E’ il miglior aiuto possibile. Ma in realtà non ci sono "altri" da aiutare, perché un Essere Realizzato vede soltanto il Sé, cosi’ come un orefice vede soltanto l’oro.

Ramana Maharshi


La beatitudine è l’ultima guaina che va rifiutata... c'è ancora l’intervento di qualcuno che gode qualcosa. C'è separazione...

La volontà di essere liberi... ti condurrà dove deve condurti, e poi svanirà. Il desiderio si consumerà da sé, e ciò che resta è la tua vera natura.

Poonja


-L’ultima verità?-

-Il canto d’un pescatore

Che si allontana tra i canneti.-

Wang Wei


Chi è non-pensiero?(munen)

Chi è non-nato?(musho)

Se il non-nato esiste realmente,

non può neppure nascere.

 

Che cos'è musho? Né un'illusione né una imitazione o un -ismo. Ma un fatto reale.

Yoka Daishi


... Dal Tao Te King fu letto: -Con la non-azione il saggio governa tutto. -

R.: Non-azione significa attività incessante. La sua (del saggio) calma è come l’immobilità apparente di una trottola che giri vorticosamente. Essa si muove troppo velocemente perché gli occhi possano vedere, perciò’ appare immobile. Cosi’ è l’apparente inazione del saggio.

Ramana Maharshi


Muori mentre vivi;

vivi mentre muori,

e sii assorto nel Silenzio.

Se nell'impurità rimani puro,

non tornerai nell'oceano del mondo.

Djalâl-ud-Din Rûmî


M.: ... quando dici "io non so niente", hai accettato dall'inizio questo fatto. Adesso ti sto indicando l' "o", quello che dice "non so niente", quella è la tua vera natura, tu sei Quello. E quello invece che sai, quello che percepisci con i tuoi occhi, non è vero. E quello che dice "non so niente", quella è la tua vera natura. Tu sei Quello, e non potrai mai trovarlo come oggetto. Il momento che diventa oggettivo, è impermanente, così non è vero.

Nisargadatta Maharaj


Finché sono questo o quello non sono tutte le cose.

Meister Eckhart


Mezzanotte. Non onde,

non vento, la barca vuota

è inondata dalla luce lunare.

Dogen


Come onde, schiuma e bolle non sono diverse dall'acqua, così alla luce della conoscenza, l'Universo nato dal Sé, non è diverso dal Sé.

Ashtavakra Gita


Note fine-pagina:

*quanta è il plurale di quantum. Un elettrone è un quantum. Alcuni elettroni sono un gruppo di quanta. La parola quantum è anche sinonimo di 'onda-particella', un termine per designare qualcosa che possiede l'aspetto sia di particella che di onda. (N.D.A)

*ologramma (olografia)= metodo fotografico senza lenti nel quale il campo ondulatorio di luce diffusa da un oggetto è registrato su una placca secondo uno schema di interferenza. Quando la registrazione fotografica = l'ologramma - è posta sotto un raggio di luce coerente (laser), lo schema ondulatorio originale viene rigenerato. Appare allora un'immagine tridimensionale. Se non c'è lente di messa a fuoco, la placca appare come un pattern turbinoso senza significato. Qualunque parte dell' ologramma ricostruisce l'immagine intera.

Il cervello è un ologramma che interpreta un universo olografico. (N.D.A)

* wormholes - letteralmente 'buco di verme' (così li nomina Wheeler a causa della loro forma o ' bolle, vortici del ribollimento quantico')- uniscono due regioni dello spazio euclideo. La distanza attraverso i due poli e la distanza attraverso uno spazio a tre dimensioni hanno due grandezze totalmente diverse. Essi formano dei buchi nello spazio-tempo...creano un'interconnessione quantica che mette in contatto ogni punto dello spazio con tutti gli altri. (N.D.A)


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  INDICE

     Premessa
     Introduzione
1 - non c’è niente e nessuno
2 - corpo-mente

3 - pensiero -persona
4 - io sono - coscienza - dio
5 - la creazione del mondo
il mondo delle apparenze

6 - spazio tempo - illusione
7 - ologramma
8 - realtà- specchio
9 - non località
10 - proiezione dell'immagine
11 - getta via
12 - il cercatore - la ricerca
13 - sofferenza - paura
14 - testimone
15 - maestro
16 - pratica
17 - ultimo ostacolo
18 - abbandono
19 - pensiero - libertà -schiavitù
20 - tutto o.k

21 - il sogno
22 - illuminazione
23 - prima della coscienza
24 - non fine non inizio

Bibliografia

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