A.C.E.I.

Association for Childhood Education International
Associazione Internazionale di Educazione Infantile


VERBALE DELLA RIUNIONE 
TENUTA IL GIORNO LUNEDÌ 17 GENNAIO 2000
DAL GRUPPO DI LAVORO PER LA PREPARAZIONE DEL

SIMPOSIUM VARESINO 
SULL’EDUCAZIONE E LA PSICOPATOLOGIA

Dott.ssa Silvia Pedota

  1. Presentazione di ACEI ARGENTINA e ACEI ITALIA e lettura dei diversi obiettivi;
  2. Possibilità di organizzare un Simposium Satellite a Varese, promosso da
  3. ACEI Italia, in occasione del Congresso di Acei Spagna-Argentina, previsto a

    Madrid nell’ottobre 2000.

  4. Conoscenza delle differenti problematiche trattate nei suddetti congressi: A.C.E.I. Spagna – Argentina: "L’Educazione precoce" (0-5 anni); A.C.E.I. Italia: "L’Educazione nei bambini disabili"
  5. Proposta di una conferenza-dibattito a Marzo, per approfondire il tema di un inserimento proficuo nella scuola di bambini autistici.

 

La discussione ha evidenziato

  1. le difficoltà di interazione didattica con alunni portatori di problematiche psicopatologiche, soprattutto con bambini autistici;
  2. la possibilità di avviare una promozione degli insegnanti curriculari e di sostegno;
  3. la necessità di disporre le basi di una progettualità concreta per l’integrazione del disabile, nell’ottica di uno sviluppo olistico della persona.

 

Tematiche di discussione presentate da "A.C.E.I. Italia":

  1. Fondamentale importanza dello sviluppo dell’affettività che permette di affrontare le problematiche cognitive.
  2. Acquisizione di un "Senso di Sé", che porta all’autovalorizzazione;
  3. Necessità dell’integrazione dei meccanismi di funzionamento emotivo, affettivo, cognitivo per la risoluzione delle problematiche psicologiche;
  4. Conoscenza delle effettive potenzialità cognitive nel bambino autistico, recuperabili seguendo opportuni modelli operativi;
  5. Presentazione dei differenti tipi di autismo, e di altre specifiche problematiche quali la sindrome da X-fragile e la sindrome Down, sottolineandone caratteristiche cognitivo-affettive e tratti comportamentali diversi, sempre in coerenza con il presupposto fondamentale che ogni bambino è comunque "un caso a sé".
  6. Importanza dell’articolazione-azione sinergica tra terapeuta-genitore-insegnante, per il superamento delle problematiche dell’alunno.

Il terapeuta deve "condurre" il docente verso modelli educativi alternativi, il più possibile vicini alle effettiva situazione vissuta dal bambino, non colludendo con dinamiche regressive o oppositive che più facilmente possono essere messe in atto nel rapporto con il genitore.

Importanza dunque della interazione tra psicologica e psichiatrica e una adeguata formazione del maestro.

 

Considerazioni, problemi, discussioni aperte…:

I docenti hanno inizialmente presentato un atteggiamento particolare che li ha condotti, da un lato a tendere verso "l’onnipotenza": essi sottolineano infatti il bisogno di "precisi ed accurati modelli di comportamento" a cui riferirsi, che potrebbero forse andare a sostituire "manuali", ormai caduti in disuso; ma da un altro lato hanno dichiarato di sentirsi davvero "impotenti", disorientati. Parafrasando una espressione usata dal Prof. Angelillo, sono descrivibili come "docenti in fallimento", incapaci di gestire da soli le problematiche psicopatologiche e impossibilitati a richiedere aiuto, che diventa insufficiente se il neuropsichiatra si limita a demandare loro tutto il carico di problematiche, relative ad autismo e disabilità, celate dietro la consegna di etichette diagnostiche prive di suggerimenti operativi..

Le risposte fornite dalla dott.ssa Ossola e dal dott. Lucioni focalizzano l’attenzione sull’importanza di una giusta via di mezzo da mantenere tra gli atteggiamenti sopra citati: dietro l’etichetta di disabilità abbiamo infatti una persona integrata e soprattutto in-relazione, con importanti potenzialità relazionali su cui bisogna fare leva. Diviene dunque necessaria per i docenti, la sensibilizzazione, da parte dello psicologo, nei confronti dell’importanza della relazione e una adeguata formazione per migliorare la qualità della relazione da instaurarsi con dei bambini disabili.

In quest’ottica si rende necessaria l’esposizione, da parte dello psicologo, non di precisi modelli comportamentali, ma di dinamiche correlate alle specifiche patologie ed il supporto per i docenti verso una adeguata gestione delle stesse.

La "nuova" relazione, rimane sempre soggettiva, legata infatti ad un personale modo di sentire, diverso per ogni insegnante, una "capacità" di stabilire un rapporto empatico con ogni singolo bambino. La scuola infatti è sicuramente un luogo di apprendimento, ma con i bambini disabili ottiene risultati molto scarsi, se non nulli, proprio a causa delle difficoltà relazionali; si rende, quindi, necessario riuscire a dare il giusto valore all’elemento affettivo inteso come fondamento per l’apprendimento.

 

IN 1° PAGINA:  PRESENTAZIONE  ACEI

IN 2° PAGINA:  PRESENTAZIONE   ACEI

IN 3° PAGINA: GIORNATA DI STUDIO SULLE DINAMICHE EDUCATIVO-FORMATIVE E DI APPRENDIMENTO CONNESSE ALLE PROBLEMATICHE PSICOPATOLOGICHE DELL’INFANZIA

IN 4° PAGINA: VERBALE DELLA RIUNIONE TENUTA IL GIORNO LUNEDÌ 17 GENNAIO 2000
DAL GRUPPO DI LAVORO PER LA PREPARAZIONE DEL SIMPOSIUM VARESINO SULL’EDUCAZIONE E LA PSICOPATOLOGIA

IN 5° PAGINA; CONTRIBUTI ALLA PREPARAZIONE DEL CONVEGNO VARESINO 
"AUTISMO ED EDUCAZIONE"

IN 6° PAGINA: PRESUPPOSTI PER UNA "BUONA RELAZIONE MENTALE". 
DI SILVIA PEDOTA

IN 7° PAGINA : CONTRIBUTI ALLA PREPARAZIONE DEL CONGRESSO

IN 8° PAGINA: AUTISMO A SCUOLA: NON LASCIATEMI SOLO"
Quando la domanda sorge a scuola: la relazione educante
La relazione educante: una esperienza

4° PAGINA


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